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VENAFRO ISERNIA:


VENAFRO ISERNIA

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Venafro

Cittadina collinare antica, centro commerciale ed amministrativo, che si fregia del titolo di citt�. I venafrani si distinguono per il loro indice di vecchiaia, decisamente basso ed in controtendenza rispetto alla media dei comuni della regione, e si distribuiscono anche nelle localit� di Ceppagna, Vallecupa e Borgata le Noci. Il territorio comunale ha un andamento prevalentemente pianeggiante, con tratti collinari soltanto nella parte nord-occidentale; l�olivo � la specie vegetale dominante, sia in pianura che sui declivi. Il capoluogo comunale si distende ai piedi di un monte ed ha anch�esso una struttura prevalentemente pianeggiante.

EVOLUZIONE STORICA
Nell�antichit� era un importante nodo stradale tra Sannio, Campania e Tirreno, esattamente come oggi; colonia di Roma dal III sec, a.C., fu sua alleata nelle guerre contro Annibale e divenne famosa per i fertili campi e la produzione olearia e di utensili agricoli; Orazio ne parla come di un ameno luogo di villeggiatura.
Nel V secolo fu sede vescovile e nel X secolo capoluogo di contea.
A partire dal Duecento fu propriet� dei conti di Molise, saccheggiata dai normanni ed espugnata dagli svevi. Passa poi di mano in mano, fin quando, nel 1443, � dei Pandone una delle famiglie che hanno lasciato pi� profondamente il segno del loro dominio.
Carlo V l�assegna al principe Filiberto Challons nel 1528 ma gi� due anni pi� tardi � dei Colonna; appartiene poi a varie altre famiglie e in ultimo ai Caracciolo di Mirando che la detengono dal 1744 all�eversione della feudalit�. Colpita da un disastroso sisma nel 1349, la popolazione ha subito ferite anche per mano dell�uomo: durante l�ultima guerra mondiale il tessuto urbano fu in parte distrutto dai bombardamenti.

Del patrimonio archeologico fanno parte: i resti dell�antica Venafrum (teatro ed anfiteatro e resti dell�acquedotto); la vistosa basilica extraurbana di S. Nicandro; la cattedrale dell�Assunta, con elementi riconducibili a diverse epoche e stili architettonici ma risalente all�undicesimo secolo; la chiesa dell�Annunziata, di origine trecentesca ma riedificata nel XVIII secolo; il palazzo Caracciolo, costruzione difensiva quattrocentesca con mura merlate, ed il castello Pandone, del X secolo ma continuamente rimaneggiato, a struttura complessa con torrioni circolari, fossato e ponte di accesso, che conserva all�interno ventisei immagini di cavalli del primo Cinquecento (in �stiacciato�).

FESTE E FIERE
Sacre rappresentazioni si tengono nel periodo natalizio (Presepe vivente) e in quello pasquale (Passione vivente). A giugno si svolge la caratteristica �corsa degli asini�; il 16, il 17 e il 18 giugno hanno luogo i festeggiamenti in onore dei Santi Martiri Nicandro, Marciano e Daria (suggestiva � la fiaccolata notturna).

COSA VEDERE
Il  Castello  Pandone  - il Museo Archeologico di Santa Chiara - il �Verlasce� - la Cattedrale di Santa Maria Assunta - la chiesa e il convento di San Nicandro - la chiesa del Cristo - la chiesa dell�Annunziata - il Palazzo Caracciolo  � la mostra permanente Winter Line (aperta la 2^ e l�ultima domenica di ogni mese.

fonte sito isernia turismo


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